Natrix tessellata

Natrice tassellata

Nome scientifico: Natrix tessellata
Numero osservazioni: 347
Specie segnalata in 35 aree protette e 11 habitat

Liste Rosse
  • Internazionale: LC (Least Concern - Minor preoccupazione)
  • Italiana: LC (Least Concern - Minor preoccupazione)
Protezione internazionale
  • Allegati Direttiva Habitat: IV

Stato di conservazione

La natrice tassellata ha un’ampia distribuzione essendo diffusa dall’Europa centro-orientale all’Asia occidentale, centrale e meridionale, fino in India e Cina nord-occidentali nonché nel Delta del Nilo. In Italia la specie è presente su larga parte del territorio, sia nella porzione continentale (ad eccezione della Val d’Aosta) che peninsulare, spingendosi in Calabria fino nel cosentino e in Puglia fino alla provincia di Taranto. In Trentino la specie, fortemente legata alla presenza di pesci che ne costituiscono la sua principale fonte trofica, mostra una distribuzione ricalcante l'andamento delle acque perenni con ittiofauna, sia correnti che ferme. In ambito provinciale infatti si osserva un pattern distributivo piuttosto lineare, ricalcante le principali vallate solcate almeno parzialmente da corsi d’acqua perenni. La natrice tassellata è stata rinvenuta a quote comprese tra 65 m e quasi 1600 m, innalzando il limite noto per il Trentino precedentemente registrato a quota 1260 m. Essendo la natrice tassellata strettamente associata ad ambienti acquatici perenni e preferibilmente stabili, risente verosimilmente degli interventi antropici, sempre più frequenti negli ultimi decenni, che portano ad una forte riduzione numerica di tali corpi d’acqua e all’alterazione del loro regime idrologico. Inoltre, un effetto negativo sulle popolazioni è da ricondursi a lavori di regimazione, rettificazione e banalizzazione delle sponde fluviali e lacustri. Infine, una patologia fungina originata da Ophidiomyces ophiodiicola, presente prevalentemente su specie americane di serpenti, è stata recentemente individuata anche su specie europee, tra cui Natrix tessellata e costituisce un potenziale pericolo per le popolazioni.

Tratto da: Romano A., Iemma A., De Fatis K., Roner L., Iversen D., Pedrini P. (a cura di), in pubblicazione - Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Trentino. Monografie del Museo delle Scienze, Trento.

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