Hierophis viridiflavus

Biacco

Nome scientifico: Hierophis viridiflavus
Numero osservazioni: 575
Specie segnalata in 36 aree protette e 18 habitat

Liste Rosse
  • Internazionale: LC (Least Concern - Minor preoccupazione)
  • Italiana: LC (Least Concern - Minor preoccupazione)
Protezione internazionale

Stato di conservazione

La distribuzione del Biacco comprende l’estrema porzione nord-orientale della Spagna, la Bretagna meridionale e gran parte della Francia centrale e meridionale, inclusa la Corsica, il Lussemburgo, la Svizzera meridionale, la Slovenia sud-occidentale, le aree costiere della Croazia e alcune sue isole, tutta l’Italia (comprese la Sardegna, la Sicilia e la maggior parte delle isole minori) e Malta. La spiccata termofilia del biacco è riflessa nella sua distribuzione, con le porzioni occupate del territorio trentino caratterizzate da clima più caldo, generalmente perché poste a quote minori o con esposizione verso meridione. Nonostante l’ampio range altitudinale sperimentato dalla specie in Trentino (65-2295 m), è netta la preferenza per quote collinari, tra i 500 e i 700 m. Le osservazioni alle quote più elevate sono relative ai complessi montuosi meridionali, dove l'influsso del clima prealpino è più mite e favorevole e consente al biacco di popolare anche qualche settore del piano montano. Laddove è presente, è generalmente il serpente più comune e non presenta grossi problemi di conservazione nella maggior parte del suo areale. Data la notevole mobilità e plasticità ecologica, è verosimilmente tra i taxa che meno risentono della frammentazione e dell’alterazione degli habitat, sebbene debba essere posta particolare attenzione alla conservazione delle fasce ecotonali. Essendo una specie molto vagile e che ama termoregolare spesso anche sui bordi stradali è soggetta - anche in Trentino - ad una elevata mortalità dovuta a schiacciamento per il traffico veicolare. Infine, a causa della elevata antropofilìa, la specie è spesso in contatto con l’uomo la cui azione diretta, con uccisioni volontarie, risulta essere la principale causa di mortalità, sebbene vi siano differenze tra serpenti adulti e giovani.

Tratto da: Romano A., Iemma A., Tabarelli De Fatis K., Roner L., Iversen D., Pedrini P. (a cura di), in pubblicazione - Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Trentino. Monografie del Museo delle Scienze, Trento.

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