Evitare le tradizionali utilizzazioni forestali che favoriscono sia l’affermazione della robinia (accompagnata da rovi e sambuco) che altri fenomeni di eutrofizzazione, mettendo invece in atto tecniche selvicolturali che, pur permettendo il consuetudinario uso del legnatico, siano mirate alla rinaturalizzazione e all’arricchimento della composizione arborea. |
Evitare l’apporto di azoto e di altri minerali in grado di favorire fenomeni di eutrofizzazione. |
Evitare il più possibile la costruzione di nuove strade forestali e di nuove infrastrutture, ottimizzando l’esistente e raccordandosi tra comuni limitrofi per ridurre al minimo lo sviluppo di quelle nuove infrastrutture ritenute veramente indispensabili e insostituibili per la corretta gestione. In ogni caso non deve essere interessata la zona dell’habitat prioritario 9180. Da evitare l’apertura e l’espansione di cave. |
Limitare l’espansione della robinia mettendo in atto appropriate strategie (ad esempio fasce marginali di contenimento del robinieto verso altre formazioni, rispetto delle latifoglie nobili ancora presenti, mantenimento di una copertura arborea continua ecc) ridurre progressivamente le specie sostitutive (picea, larice, pino nero) dove tale azione si può effettuare a favore delle specie nobili. |
Valorizzare e conservare (tramite conversione dove necessario) le latifoglie mesofile e mesoigrofile, in particolare il faggio, la rovere e le latifoglie nobili. |
Valorizzare i lembi migliori di castagneto, anche attraverso adeguata pianificazione ed accesso ai finanziamenti pubblici del Piano di Sviluppo rurale o simili. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |
Contenere la vegetazione arboreo-arbustiva nelle pochissime aree aperte rimaste mediante sfalcio e/o decespugliamento anche a cadenza pluriennale. |
Evitare ogni forma di disturbo nei pressi di nidi occupati, ad es. lavori forestali, riprese fotografiche e osservazione diretta non a scopo scientifico. |
Garantire la tutela integrale dei luoghi dove sono noti siti di nidificazione, evitando la costruzione nelle immediate vicinanze (alcune centinaia di metri) di sentieri, strade forestali, cave, ecc. |
Promuovere l’adozione di criteri di gestione forestale basati sulla selvicoltura naturalistica attenta alla conservazione delle piante deperienti con cavità naturali, all’articolazione strutturale del bosco, al mantenimento di piante ad alto fusto utilizzate come posatoi, al rispetto delle specie eduli, alla conservazione in bosco di formicai e necromassa vegetale. |
Conservare le aree aperte quali radure, pascoli e prati da sfalcio, contenendo le invasioni legnose tramite decespugliamento. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |