È utile il taglio dell’ontaneta con martellante in aree ex prative/pascolive B caratterizzate da un grado di incespugliamento non eccessivo (cotica ancora presente), con la creazione di mosaici tra zone a pascolo e zone cespugliate. Gli interventi dovrebbero partire da un rilievo che rompa l’uniformità del versante ed estendersi irregolarmente a raggiera, a spirale o a mosaico, seguendo la morfologia e l’andamento del terreno, ed aprendo delle radure di 30-50 m di lato. I sorbi devono essere rispettati e anzi, valorizzati. Le ripuliture e i disboscamenti potranno interessare il 10-20% della superficie cespugliata. Alla fine delle operazioni, la superficie trattata dovrebbe presentare una copertura legnosa discontinua, interrotta da aree convertite o mantenute a prato. Tutto il materiale tagliato dovrebbe essere trinciato, o accatastato in cumuli utilizzabili dalla fauna minore. Le operazioni vanno eseguite verso la fine di agosto per non disturbare lo sviluppo dei nidiacei. L’anno successivo si deve poi provvedere all’eliminazione dei polloni eventualmente cresciuti alla base dei cespugli tagliati. |
Si propongono interventi di controllo delle dinamiche molto finalizzati, e A consistenti essenzialmente nel taglio dei nuclei di accrescimento della mugheta. L’individuazione dei soggetti da rimuovere può essere effettuata contemporaneamente al taglio. Un metodo efficace è, ad esempio, lo sradicamento delle giovani piante in zone aperte. Il materiale tagliato andrebbe asportato e comunque accumulato in punti in cui non vi è presenza di specie importanti floristicamente. Trattandosi di aree non raggiungibili con mezzi meccanici, gli interventi andranno effettuati manualmente, nel periodo fine estate-inizio autunno. |
In Val d’Eva si propone di favorire il pascolo estensivo e di effettuare A ripuliture e disboscamenti che potranno interessare il 10-20% della superficie cespugliata e dovranno salvaguardare gli eventuali nuclei arborei, se ormai affermati, e qualche tratto di siepe. Tali interventi andranno effettuati nel periodo autunnale e potranno prevedere l’impiego di martellante. In Val del Merlo si propone di far ritornare il pascolo estensivo, di realizzare, anche con l’ausilio di macchinari leggeri, esclusivamente nel periodo autunnale e nella misura del 5-10 %, tagli di eventuali specie legnose invasive (lasciando qualche tratto di siepe e singoli soggetti arborei che costituiscono habitat importanti per numerose specie animali), eliminazione degli eventuali accumuli di paglia, mediante sfalci a scacchiera o a mosaico, su aree di limitata estensione, e di rispettare corridoi di 5-10 metri d’ampiezza dove la vegetazione possa proseguire la sua evoluzione naturale. In entrambe le aree sono da evitare le trasemine, le concimazioni e l'utilizzo di mangimi. |
È importante una rigorosa delimitazione dei sentieri presenti nell’area delle Tre Cime del Monte Bondone, in modo da convogliare le persone sui tracciati che passano al di fuori o al confine della Riserva, e precludere invece i sentieri che passano attraverso la Riserva, ad eccezione del classico sentiero delle Tre Cime del Monte Bondone. Sostituire quindi e aggiornare la cartellonistica presente nella Riserva |
Si consiglia la presenza costante di personale addetto alla sorveglianza della Riserva, soprattutto nelle aree e nei periodi maggiormente critici per l’ornitofauna. Nel caso del fagiano di monte, ad esempio, la fotografia naturalistica praticata in primavera sulle arene di canto può comportare l’abbandono dell’arena da parte dei soggetti disturbati, e influire sul successo riproduttivo della specie. Si consiglia inoltre un controllo del pascolo ovino in quota, al fine di evitare sconfinamenti troppo ampi nella Riserva Integrale |
Si propone di intervenire con operazioni di rimodellamento e diradamento, in modo da interrompere l’eccessiva uniformità dei soprassuoli artificiali coetaneiformi e aumentare l’articolazione dei diversi livelli della foresta. Gli interventi dovranno essere di limitata estensione e andranno effettuati nel periodo autunnale. In pratica si tratterà di individuare alcune aree (10 % del totale) all’interno degli impianti, e creare delle radure di dimensioni contenute (20-30 m2), a ridotta visibilità e di forma sinuosa per aumentare le zone di margine. Si dovrà prestare particolare attenzione affinchè i diradamenti non compromettano la stabilità degli impianti artificiali, e tenere in conto la possibile presenza di specie ornitiche protette. |
Rimuovere parzialmente la staccionata in legno presente lungo le aree a pascolo e le aree boscate. |
Lasciare ad evoluzione naturale i boschi naturali della Riserva |