Evitare le tradizionali utilizzazioni forestali che favoriscono sia l’affermazione della robinia (accompagnata da rovi e sambuco) che altri fenomeni di eutrofizzazione, mettendo invece in atto tecniche selvicolturali che, pur permettendo il consuetudinario uso del legnatico, siano mirate alla rinaturalizzazione e all’arricchimento della composizione arborea. |
Evitare l’apporto di azoto e di altri minerali in grado di favorire fenomeni di eutrofizzazione. |
Evitare le rinnovazioni artificiali, se non per specifiche esigenze di ricostituzione/rinaturalizzazione della compagine arborea (in questo caso utilizzare specie autoctone adatte alla stazione). |
Limitare l’espansione della robinia mettendo in atto appropriate strategie (ad esempio fasce marginali di contenimento del robinieto verso altre formazioni, rispetto delle latifoglie nobili ancora presenti, mantenimento di una copertura arborea continua ecc) ridurre progressivamente le specie sostitutive (picea, larice, pino nero) dove tale azione si può effettuare a favore delle specie nobili. |
Valorizzare e conservare (tramite conversione dove necessario) le latifoglie mesofile e mesoigrofile, in particolare rovere, carpino bianco e latifoglie nobili nei tratti irrecuperabili dal castagneto. |
Valorizzare i lembi migliori di castagneto anche attraverso adeguata pianificazione ed accesso ai finanziamenti pubblici del Piano di Sviluppo rurale o simili. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |
Contenere la vegetazione arboreo-arbustiva nelle aree aperte più minacciate mediante sfalcio e/o decespugliamento anche a cadenza pluriennale. |
Incentivare la selvicoltura naturalistica con mantenimento di legno deperiente in bosco ed eventualmente rilasciare particelle mature ad evoluzione naturale nei querceti meglio conservati. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |
Contenere la vegetazione arboreo-arbustiva nelle aree aperte più minacciate mediante sfalcio e/o decespugliamento anche a cadenza pluriennale. |