Evitare l’intensivizzazione delle colture (ad es. per migliorare la produttività dei prati e dei pascoli, o per creare nuovi arativi o nuovi frutteti). |
Evitare la costruzione di nuove strade forestali e di nuove infrastrutture soprattutto nelle stazioni di specie inserite in lista rossa. |
Eliminare il motocross. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi, promuovere tecniche colturali ecocompatibili). |
Ridurre progressivamente le specie alloctone più diffuse (es: pino nero in bosco; robinia e ailanto su prati abbandonati). |
Contenere la vegetazione arboreo-arbustiva nelle aree aperte più minacciate mediante sfalcio e/o decespugliamento anche a cadenza pluriennale. |
Incentivare la selvicoltura naturalistica con mantenimento di legno deperiente in bosco ed eventualmente rilasciare particelle mature ad evoluzione naturale nei querceti meglio conservati. |
Evitare l’apporto di azoto, di altri concimi e di pesticidi per lo più derivanti dall’agricoltura intensiva. |
Incentivare l’utilizzo nelle siepi di essenze spinose (es: Rosaceae) che vengono utilizzate come “dispense”. |
Limitare ogni forma di disturbo nei pressi di nidi occupati (riprese fotografiche, osservazione ravvicinata, motocross). |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi, promuovere tecniche colturali ecocompatibili). |
Evitare l’alterazione morfologica e l’assetto strutturale delle cavità di origine naturale o antropica idonee all’insediamento di chirotteri. |
Contenere la vegetazione arboreo-arbustiva nelle aree aperte più minacciate mediante sfalcio e/o decespugliamento anche a cadenza pluriennale. |