Ogni tentativo di ripristinare la situazione originaria è probabilmente foriero di danni superiori agli eventuali benefici. Sul medio periodo sarà comunque opportuno vigilare affinché l’”occhio di torbiera” (del diametro di ca. 2 m) non si ostruisca. Se ciò dovesse accadere andrebbe riaperto artificialmente. È inoltre importante controllare l'espansione della molinia che, se necessario, dovrà essere in futuro contenuta attraverso periodiche operazioni di sfalcio, che al momento si possono procrastinare per evitare, finché possibile, i danni da calpestio e compattazione sulla delicata flora turficola. In ogni caso sarà utile affrontare l’intervento con un approccio sperimentale comparativo con relativi monitoraggi per valutarne l’efficacia o l’insorgere di eventuali influenze negative. Si sta studiando, assieme ad esperti e attori locali coinvolti, un'intervento di ripristino di un piccolo specchio d'acqua nella zona marginale della torbiera interessata dal molinieto, in modo da renderlo compatibile con la conservazione degli habitat ed attivare una fruizione didattico-ricreativa. |
Sarebbe necessario accertare l'entità degli scarichi delle baite. Infatti, l'orografia dell'area fa supporre un deflusso quasi diretto verso la torbiera, che potrebbe correre il rischio di eutrofizzarsi. Sarebbe inoltre opportuno vigilare affinché il disturbo e le manomissioni ambientali (es: accumulo di ramaglie nel molinieto) connessi con le utilizzazioni forestali e con la frequentazione occasionale dell'area rimangano comunque bassi. |
Il bosco affermato potrebbe essere lasciato ad evoluzione naturale, evitando di asportare il legno morto. |
La gestione della risorsa idrica del biotopo non risulta necessitare di specifici interventi diretti. Ad ogni modo, fatto salvo il divieto di effettuare captazioni idriche forzate, di eseguire drenaggi all’interno del biotopo e in genere di realizzare qualsiasi tipo di intervento che possa direttamente o indirettamente arrecare disturbo o danneggiare l’equilibrio idrico della torbiera, si consiglia, dato l’estremo valore naturalistico del biotopo, di procedere alla realizzazione di un’indagine sugli aspetti idrologici dell’area protetta mediante la quale determinare dimensioni, caratteristiche e vulnerabilità dell’acquifero che sottintende alla zona umida e definire una zona di rispetto all’interno della quale garantire la tutela della risorsa idrica, stabilendo le eventuali misure da intraprendere a tal fine. |