È ancora presto per valutare con precisione gli interventi di ripristino ambientale apportati ad un settore del Lago di Cei. Di sicuro questi lavori hanno permesso ad alcune rive di essere meno raggiungibili dai turisti e quindi di godere di una maggior tranquillità. È opportuno quindi mantenere i turisti lungo i percorsi stabiliti, magari evitando che il Lagabis sia fruibile dagli stessi. Il controllo della vegetazione galleggiante, effettuato per molti anni con il metodo dello strappo radicale, ha dato buoni risultati e ora il lago si presenta con ampi spazi d'acqua libera, tra l'altro sicura per la balneazione. Si consiglia di proseguire con questa attività solo in caso di eccessiva occupazione degli spazi da parte della vegetazione galleggiante. È importante risolvere l'annoso problema dell'individuazione della quota demaniale, al fine di individuare le proprietà demaniali circumlacuali. |
Promuovere la selvicoltura naturalistica, ad esempio allungando i turni di taglio e prevedendo il rilascio degli alberi maturi e marcescenti che rappresentano preziosi punti di alimentazione e nidificazione per molte specie di uccelli forestali. Valutare attentamente la possibile apertura di sentieri o piste forestali, o il riattamento delle esistenti, al fine di non incentivare la presenza antropica nelle porzioni di bosco attualmente poco disturbate, come ad esempio i rilievi situati ad oriente del Prà dell'Albi, boschi "fondivallivi" situati tra Casa Camoscol e Casa Vecchia, Bocche di Cimana. |
Verificare che l'allacciamento alla rete fognaria di tutti gli edifici presenti nel bacino imbrifero del biotopo sia effettuato in tempi brevi. |
Sono da evitare ulteriori captazioni delle sorgenti situate a monte del biotopo, l'emungimento delle sorgenti situate subito a valle e qualsiasi tipo di intervento che possa direttamente o indirettamente arrecare disturbo o danneggiare l’equilibrio idrico della torbiere e delle zone umide. Particolare attenzione deve essere riservata alla conservazione delle caratteristiche del piccolo corso d'acqua che funge da emissario del lago di Cei, che attualmente appare ancora in discrete condizioni di naturalità, e della sorgente sul bordo sud-occidentale del Prà dall'Albi che garantisce un continuo flusso di acqua ossigenata e a temperatura costante. Un intervento attivo da valutare nella zona del Lagabis potrebbe essere l'approfondimento dei piccoli meandri e delle pozze che rappresenterebbero l'habitat di crescita dell'Utricularia minor, non più osservata di recente. Sarebbe utile affiancare a quest'azione anche il taglio della cannuccia di palude nei pressi delle piccole raccolte d'acqua per evitare il loro rapido interramento. |
È necessario attuare uno sfalcio annuale dei prati stabili e dei molinieti, limitando la diffusione della cannuccia di palude e dei cespuglieti. Le operazioni di sfalcio, da effetture con mezzi leggeri, non dovranno iniziare prima della seconda metà di luglio, in modo da evitare la distruzione delle nidiate. Lo sfalcio, per quanto possibile dovrà seguire un andamento di tipo centrifugo, in modo da evitare l’accerchiamento degli animali eventualmente presenti e permettere loro di trovare rifugio nelle aree limitrofe. È importante limitare le concimazioni sia nei prati stabili all'interno del biotopo, sia soprattutto all'esterno dello stesso, per evitare l'ulteriore eutrofizzazione dell'area protetta. |