È necessario lo svuotamento periodico dei sedimenti presenti nel bacino di decantazione (almeno ogni 3-5 anni). L'asporto dei sedimenti nei due invasi è invece un'operazione che porta per forza di cose a forti impatti sul biotopo a causa dell’accesso di mezzi pesanti nel cuore della zona protetta. Questa operazione va fatta ad intervalli di circa 10 anni nel periodo compreso tra i mesi di novembre e gennaio quando i rischi di disturbo per la componente ornitica sono modesti. Effettuare inoltre lo sfoltimento annuale tramite decespugliamanto e asporto di materiale organico, della fascia di vegetazione palustre costituita da cannuccia di palude e da tifa che circonda gli stagni, in modo da liberare parte delle rive. Si propone di effettuare i tagli a partire dal mese di novembre quando il periodo migratorio di tutte le specie legate al canneto può essere considerato terminato. |
Evitare qualsiasi intervento che possa captare l'acqua del Rio Chiavona o che possa abbassare il livello di falda. Migliorare, per quanto possibile il collegamento tra gli stagni artificiali con l'ambiente fluviale e, ove possibile, incrementare il loro ricambio idrico. |
È necessario sfalciare la cannuccia di palude e le entità nemorali spesso alloctone almeno una volta l'anno al di fuori del periodo riproduttivo e migratorio così da contenerne l’invadenza. Si propone di effettuare i tagli a partire dal mese di novembre quando il periodo migratorio di tutte le specie legate al canneto può essere considerato terminato. |
È necessario il contenimento della diffusione della robinia, sia nelle particelle pubbliche sia in quelle private, attraverso un progetto di coinvolgimento, condivisione e partecipazione dei proprietari. Ciò in considerazione delle caratteristiche biologiche della robinia che attraverso la spiccata capacità di emettere nuovi polloni, potrebbero rendere poco efficace l’opera di impianto attuata nelle particelle di proprietà pubblica. In seconda battuta, qualora il coinvolgimento dei proprietari in questo progetto si rivelasse limitato, potrebbe risultare utile per limitare le capacità pollonifere della specie allungare comunque il turno dei tagli dei boschi privati di robinia presenti nel biotopo. |
Oltre a mantenere lo sfalcio estensivo dei prati ancora utilizzati, si potrebbe considerare l'opportunità di un recupero delle superfici di taluni prati da sfalcio abbandonati e ad esempio invasi da robinia. È evidente che la pubblicizzazione delle misure compensative previste dal PSR della PAT, inerenti la conversione all’utilizzo di pratiche biologiche per la conduzione delle coltivazioni che comporterebbero una significativa riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente circostante, sarebbe auspicabile. Risulta di assoluta importanza però evitare che vi sia un diretto disturbo alla zona centrale del biotopo, dove sono localizzati i bacini artificiali e l’ontaneta paludosa. Si ritiene infine di notevole importanza anche allo scopo di programmare eventuali contromisure, prevedere la realizzazione di una ricerca che chiarisca la provenienza e la consistenza delle sostanze azotate e fosforiche nelle acque della Palude di Roncegno. |
Per il contenimento dell'Impatiens glandulifera è necessario effettuare tagli ripetuti durante la stagione primaverile ed estiva in modo tale da impedire la formazione di fiori e soprattutto di semi. In alternativa si potrebbe far pascolare, solo nell'area di crescita della pianta, le greggi di ovini in transumanza nel periodo primaverile e autunnale. La brucatura e il calpestio da parte di bestiame pascolante dei germogli non permetterebbero a questa specie annuale di arrivare alla fioritura e alla produzione di semi. Si potrebbe inoltre verificare la disponibilità di allevatori della zona di Roncegno a tenere al pascolo con continuità alcune pecore all'interno della zona. |