Da evitare qualsiasi intervento che possa abbassare ulteriormente il livello della falda, é invece opportuno innalzare la soglia dell’emissario, ad es. semplicemente occludendo gradualmente il canale di drenaggio attraverso il riporto di materiali inerti. Tale intervento porterebbe alla reinondazione della porzione più meridionale della torbiera e al rimpinguamento della falda nel resto della conca. Inoltre l’espansione degli invasi riproduttivi avrebbe come conseguenza una diluizione spaziale degli anfibi impegnati nella riproduzione rendono così meno convenienti le azioni di bracconaggio a carico delle rane. Inoltre si possono realizzare alcune nuove raccolte d’acqua, di dimensioni e profondità ridotte, da localizzare in porzioni marginali della zona umida, a oriente del fossato che la percorre. Infine è auspicabile il rimodellamento dello specchio d'acqua libera, attualmente conformato su forma geometrica. |
È necessario controllare i dinamismi della vegetazione mediante sfalci annuali sia nei prati mesofili che nelle zone umide. Le aree che potrebbero essere lasciate alla loro naturale evoluzione sono tendenzialmente quelle che circondano l’attuale specchio d’acqua. Per limitare il più possibile l’influenza negativa nei confronti delle nidificazioni di uccelli sul suolo gli sfalci non dovrebbero essere realizzati prima della seconda metà di luglio, non dovrebbero essere effettuati con mezzi pesanti e il materiale sfalciato dovrebbe essere allontanato. Inoltre il taglio andrebbe fatto per “settori” lasciando quindi una fascia o un bordo di prato non tagliato all’interno della quale gli animali possano comunque trovare rifugio. Se proprio questa soluzione non fosse realizzabile e di conseguenza il prato devesse essere tagliato interamente è comunque importante che le operazioni di sfalcio si svolgano in modo da consentire agli animali di potersi rifugiare in aree dove l’erba non è stata ancora completamente sfalciata. Accanto agli sfalci è necessario il controllo delle conifere e degli arbusti invasivi. |
Recentemente é stato realizzato un sentiero di visita lungo il periplo della zona umida. Ora vanno approntate idonee strutture didattiche così da informare i frequentatori dell’area circa le peculiarità naturalistiche della stessa e le norme da tenersi al suo interno. Per quanto riguarda le strutture fatiscenti legate al tentativo di sfruttamento sciistico dell'area, sebbene siano parzialmente mimetizzate dalla vegetazione nel frattempo cresciuta, ne va programmato lo smantellamento. |
È necessario procedere a un preciso controllo degli scarichi che vengono riversati nell'area protetta al fine di valutarne in primo luogo la regolarità e in seconda battuta i rischi di inquinamento, soprattutto organico. |
Va monitorato il pascolo ovino negli habitat maggiormente delicati (torbiere), al fine di evitare stazionamenti delle greggi troppo prolungati che potrebbero apportare un eccessivo carico di sostanza organica e/o procurare eccessivi danni al cotico erboso di queste delicate formazioni vegetali. |
Lasciare ad evoluzione naturale i boschetti igrofili affermati. Sarebbe invece consigliabile attuare alcuni tagli a carico delle alberature di peccio in modo da conferirgli un aspetto meno artificiale. |
Va mantenuto elevato il livello di vigilanza nella zona al fine di prevenire i fenomeni di bracconaggio che hanno luogo nel periodo tardo-invernale e primaverile a danno delle rane di montagna. |