Evitare l’apporto di azoto, di altri concimi e di pesticidi per lo più derivanti dall’agricoltura intensiva. |
Evitare la costruzione di nuove strade forestali e di nuove infrastrutture e l’apertura di cave. |
Regolamentare il calpestio dei turisti nelle aree più sensibili (es.: piste dei dinosauri), incanalando gli escursionisti su percorsi stabiliti. |
Evitare l’intensivizzazione delle colture (ad es. per migliorare la produttività dei prati e dei pascoli, o per creare nuovi frutteti). |
Ridurre il disturbo antropico limitando l’accesso alle grotte per i soli fini di studio e monitoraggio. Chiusura tramite una cancellata per consentire il passaggio dei chirotteri. |
Evitare gli eventuali inquinamenti dovuti soprattutto all’abbandono di rifiuti solidi e alle acque di percolazione contaminate. |
Limitare l’avanzata degli arbusti soprattutto nelle stazioni antropogene con specie notevoli. |
Incentivare gli sfalci il cui numero non sia superiore a due tagli l’anno (anche un taglio sarebbe sufficiente), con asportazione della biomassa. |
Ridurre progressivamente le specie alloctone (pino nero) particolarmente aggressive nella parte bassa del sito. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi, promuovere tecniche colturali ecocompatibili). |
Valorizzare e conservare le latifoglie mesofile e mesoigrofile e latifoglie nobili. |
Sorvegliare le eventuali raccolte da parte di botanici collezionisti. |
Evitare ogni forma di disturbo nei pressi di nidi occupati e nelle vicinanze delle arene di canto (Gallo forcello), ad es. lavori forestali, riprese fotografiche e osservazione diretta non a scopo scientifico. |
Garantire la tutela integrale dei luoghi dove sono noti siti di nidificazione, evitando la costruzione nelle immediate vicinanze di sentieri, palestre di roccia, strade forestali. |
Evitare l’intensivizzazione delle colture (ad es. per migliorare la produttività dei prati e dei pascoli, o per creare nuovi frutteti). |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi, promuovere tecniche colturali ecocompatibili). |
Promuovere l’adozione di criteri di gestione forestale basati sulla selvicoltura naturalistica attenta alla conservazione delle piante deperienti con cavità naturali, all’articolazione strutturale del bosco, al mantenimento di piante ad alto fusto utilizzate come posatoi, al rispetto delle specie eduli, alla conservazione in bosco di formicai e necromassa vegetale. |
Conservare le aree aperte quali radure, pascoli e prati da sfalcio, contenendo le invasioni legnose tramite decespugliamento. |