Mantenere lo sfalcio estensivo dei nardeti e delle zone umide che circondano il canneto, da effettuarsi non prima della seconda metà di luglio, con mezzi leggeri e allontanando il materiale sfalciato. Inoltre il taglio andrebbe fatto per “settori” lasciando quindi una fascia o un bordo di prato non tagliato all’interno della quale gli animali possano comunque trovare rifugio. Qualora il prato dovesse essere tagliato interamente è comunque importante che le operazioni di sfalcio si svolgano a partire dal lato meridionale verso il centro della conca così da consentire agli animali di potersi rifugiare nel canneto della torbiera via via che la macchina operatrice avanza. Pubblicizzare presso gli agricoltori dell’area le misure contenute nel P.S.R. della P.A.T. che, tra l'altro, prevede la concessione di aiuti per il mantenimento dei prati umidi e da strame (cariceti e canneti). |
Evitare le concimazioni: l'unico modo per contrastare il processo di eutrofizzazione dell'area è quello di asportare biomassa senza reintegrare la conseguente sottrazione di nutrienti per mezzo di concimazioni. Va monitorato l'emissario in uscita dall'area adibita a pascolo equino, trovandosi essa a monte della torbiera vanno controllati anche gli scarichi delle baite. |
Nel caso dei proprietari dei due rustici ubicati rispettivamente alle due estremità settentrionali e meridionali della conca sarebbe assai opportuno trovare delle forme di sensibilizzazione/responsabilizzazione. Va fortemente ribadita la proibizione di lasciar vagare cani nel sito. Risulta importante prevedere dei criteri tutelativi specifici per gli interventi sul patrimonio edilizio montano esistente degli edifici situati nelle immediate adiacenze del SIC. |
Evitare che venga abbassata la soglia del canale artificiale di deflusso oppure che vi siano nuove captazioni dell'immissario, che va mantenuto e ripulito regolarmente. Non è infatti accettabile l’ulteriore inaridimento della zona umida. |
Eliminare ogni due anni la cannuccia, da effettuare ad esempio quando il terreno è ormai perfettamente gelato ma non ancora coperto di neve (dicembre). Questo intervento potrebbe essere effettuato alternativamente su due metà dell'area, per non sottrarre completamente l'habitat ad eventuali presenze faunistiche legate al canneto. La cannuccia ottenuta non va accumulata nella zona umida ma va allontanata dal biotopo. È necessario inoltre tagliare le giovani piante di specie legnose (ontano nero, frangola, pino silvestre, Salix cinerea etc.) |
Evitare l'ulteriore chiusura delle pozze e valutare l'ipotesi di riapertura e approfondimento di uno o più invasi. |
Guidare la rinnovazione naturale del bosco verso una formazione a latifoglie ricche di piante fruticose, eventualmente con abete bianco. Va controllata l'espansione dell'abete rosso, ad esempio sopprimendo la sua rinnovazione a favore della rinnovazione di latifoglie, oppure sacrificando esemplari dominanti rispetto a promettenti piante di latifoglie. Va mantenuta il più possibile una quota di legno morto. |