È previsto un intervento di mofificazione dell'opera di presa e di rinaturalizzazione della Roggia di Fai e di rivitalizzazione del lagunaggio con le acque di stillicidio della nuova galleria in modo da rendere maggiormente costante la portata fluente nelle lagune, fino a valori di almeno 100 l/s. Una volta all'anno, all'inizio di autunno è altresì importante effettuare il taglio di sfoltimento della vegetazione riparia arborea ed arbustiva e lo sfalcio delle macrofite, allo scopo di contenere il progressivo colmamento della laguna. Il canneto deve essere sfalciato sopra il livello dell'acqua e i materiali tagliati devono essere rimossi. Lo sfalcio può essere fatto a mano, procedendo a piedi con stivaloni da pescatore, con un piccolo natante a traino, sul quale raccogliere i materiali tagliati. In corrispondenza dell'immissario del bacino stabilizzatore, si forma un cono di sedimentazione che deve essere asportato una volta ogni 3-4 anni mediante pompaggio o draga a cucchiaio. In quest'ultimo caso occorre a abbassare il livello idrico del bacino. Lo svuotamento totale del bacino può rendersi necessario dopo 15-20 anni, quando il volume dei fanghi sedimentati può interferire con la funzionalità della laguna. I fanghi, ben stabilizzati e mineralizzati, possono essere sparsi sui terreni circostanti. |
È da continuare la piantagione di siepi e di gruppi di cespugli con salici ed essenze a frutto edule in corrispondenza dalle fasce di rispetto del viadotto appena realizzato e lungo la strade che ancora ne sono sprovviste. Tali siepi favoriscono le specie avifaunistiche migratrici attraverso la messa a disposizione di una preziosa fonte di cibo, fungono da schermo nei confronti dei trattamenti con fitofarmaci in corrispondenza dei coltivi e limitano la diffusione delle polveri e dei rumori, in corrispondenza delle aree artigianali/industriali. Naturalmente è opportuno che le siepi non costituiscano due invalicabili “muri verdi”, ma piuttosto che siano qua e là interrotte. Migliorare la connettività ecologica tra area protetta e campagne e ricreare habitat per gli anfibi in modo da mettere in collegamento le popolazioni esistenti. |
Sarebbe opportuno pubblicizzare presso i proprietari dei terreni siti a monte del biotopo le misure previste dal Piano di Sviluppo Rurale della P.A.T. per far adottare metodi di agricoltura alternativi e/o biologici necessari per la tutela delle risorse naturali presenti nell'area protetta. Nel contempo bisogna però realisticamente prendere atto che nell’ottica economica che regola le produzioni agricole anauni e della Piana Rotaliana, misure di protezione ambientale di questo genere sono ancora percepite dal mondo agricolo come decisamente diseconomiche. |
Pare opportuno tollerare i problemi in termini di eliminazione temporanea della copertura vegetale erbacea, di inquinamento organico e di disturbo in generale che la pastorizia comporta. Si potrebbe regolarizzare questa tradizionale pratica consentendo il solo transito delle greggi intransumanza, e l'ingresso di cani pastore al guinzaglio. |
Completare la realizzazione degli interventi di compensazione proposti per riequilibrare l’incidenza dovuta alla realizzazione del viadotto all'interno dell'area protetta che consistono nell'ampliamento all’interno del SIC dell’Habitat 91E0 per una superficie di 1 ettaro situata all’interno dello stesso SIC (l’area che sarà interessata dall’intervento di compensazione, è attualmente occupata da colture agricole di tipo intensivo), la realizzazione di piccoli invasi per gli anfibi nella zona al di sotto del viadotto e nelle fasce laterali da lasciare libere dalla vegetazione, destinate ad ospitare principalmente la popolazione di ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) durante la fase di riproduzione, il rifacimento della condotta di alimentazione del lagunaggio e la rivitalizzazione dello stesso tramite l’utilizzo delle acque di stillicidio della galleria, da realizzarsi contestualmente all’opera in progetto, il recupero di naturalità morfologica e biologica del tratto tombato della Roggia di Fai, da realizzarsi contestualmente all’opera in progetto e la realizzazione della pista ciclabile di accesso al biotopo, finalizzata ad una maggiore fruibilità didattica. |
Al fine di ottenere il ripristino almeno parziale delle condizioni ittiche naturali si ritiene utile la bonifica del popolamento ittico dalle specie esotiche potenzialmente nocive (es: Trota fario di incerta qualità genetica) e il ripopolamento, tramite trasferimento controllato da altri ambienti e previa verifica del ripristino delle condizioni ambientali naturali, delle specie caratteristiche del popolamento ittico originario oggi assenti o scarsamente presenti (es: Trota marmorata e Temolo). |
In relazione alla presenza di elettrodotti la soluzione ottimale sarebbe costituita dal loro spostamento o interramento. Ovviamente si tratta di operazioni talmente complesse e costose da potersi considerare di fatto irrealizzabile o quasi. |
Sarebbe utile garantire una portata delle acque giornaliera e settimanale dal Noce il più costante possibile, che fortunatamente è stata aumentata e stabilizzata negli ultimi anni, al fine di migliorare le condizioni di sopravvivenza del popolamento ittico qui presente. Un ulteriore ripristino delle condizioni di naturalità del popolamento ittico del Fiume Noce potrà essere favorito soprattutto da una più precisa applicazione del deflusso minimo vitale. Per il Nocino, invece, sembra superata l'esigenza di favorire una maggiore alimentazione idrica, visto che ormai l'ambiente sembra destinato spontaneamente a seguire un'evoluzione verso le tipiche condizioni della lanca, con popolamenti ittici tipicamente lacustri, più che non verso le condizioni della risorgiva pedemontana. |
Sarebbe assai opportuno che le operazioni di taglio nei boschi ripari seguissero quantomeno una modalità “a scacchiera”, così da avere alternativamente una qualche copertura arborea su almeno una delle due rive del corso d’acqua. Il taglio di queste fasce arborate dovrebbe aver luogo solamente quando nei tratti tagliati gli alberi si trovano già in una buona fase di crescita. In fase di esecuzione dei tagli sarebbe inoltre conveniente risparmiare qualche albero qua e là, così da permettere allo stesso di svilupparsi e invecchiare, fornendo preziosi siti di nidificazione per molte specie di uccelli. Per sopperire alla mancanza di legno morto sarebbe opportuno depositare in settori del biotopo al di fuori della fascia di possibile esondazione dei fiumi dei cumuli di legname da lasciar marcire. Si otterrebbe in questa maniera il risultato di incrementare la biodiversità dell’area fornendo sia all’avifauna che alla teriofauna che frequenta queste tipologie ambientali delle “oasi” preziose quali aree di nidificazione e rifugio. |