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Dettagli della specie
Foci dell'Avisio (ZSC)
Codice: IT3120053 Estensione (km2): Numero specie in Direttiva Habitat: 4
Ampia conoide quasi pianeggiante, formata da depositi alluvionali in prevalenza ghiaiosi, che si trova alla foce dell'Avisio nell'Adige, occupata da vegetazione pioniera dei greti fluviali e da vegetazione ripariale arbustiva e arborea.
L'importanza del sito è dovuta alla presenza di un frammento di ambiente ripariale di fondovalle, distrutto quasi ovunque. Il sito è inoltre di rilevante importanza per la nidificazione, la sosta e/o lo svernamento di specie di uccelli protette o in forte regresso, e/o a distribuzione localizzata sulle Alpi. Presenza storica di lepidotteri compresi nell'allegato II e propri di zone umide integre, ora in forte declino. Presenza di invertebrati dell'allegato II che indicano buona naturalità delle acque correnti.
È opportuno provvedere al mantenimento della situazione ambientale realizzata. È opportuno un intervento annuale di sfalcio del canneto (con allontanamento della biomassa) al fine rallentare l'interramento dei corpi idrici realizzati. Il periodo migliore nel quale attuare queste operazioni è quello tardo-autunnale o invernale, così da evitare di interferire negativamente con la biologia delle specie che vivono, stazionano o si riproducono nell'area protetta. Lo sfalcio, anche in considerazione della limitata estensione dell’area, andrà eseguito manualmente. È inoltre opportuno monitorare regolarmente la profondità dei bacini in modo da intervenire con nel caso questi vengano riempiti da limi e materiali solidi trasportati dai diversi corsi d'acqua.
Al fine di ottenere il ripristino almeno parziale delle condizioni ittiche naturali si ritiene utile la bonifica del popolamento ittico dalle specie esotiche potenzialmente nocive (es: Trota fario di incerta qualità genetica) e il ripopolamento, tramite trasferimento controllato da altri ambienti e previa verifica del ripristino delle condizioni ambientali naturali, delle specie caratteristiche del popolamento ittico originario oggi assenti o scarsamente presenti (es: Trota marmorata e Temolo).
È opportuno interrompere la pratica dell’affitto delle aree coltivate lungo l'Adige, che una volta rientrate nel pieno possesso del Pubblico Demanio, dovranno essere riconvertite in direzione di un recupero delle tipologie ambientali che caratterizzano le sponde dei corsi d’acqua fondivallivi.
È prevista la graduale dismissione delle aree lavorazioni degli inerti e il successivo ripristino naturalistico di questi settori del sito fortemente degradati.
Pare opportuno tollerare i problemi in termini di eliminazione temporanea della copertura vegetale erbacea, di inquinamento organico e di disturbo in generale che la pastorizia comporta. Si potrebbe regolarizzare questa tradizionale pratica consentendo il solo transito delle greggi in transumanza, e l'ingresso di cani pastore al guinzaglio.
Sarebbe opportuna la stipula di un protocollo d’intesa con il Consorzio Atesino di Bonifica per una gestione attenta anche alle esigenze di flora e fauna del reticolo idrico di competenza dell’Ente in questione.
È necessario attuare una regolare sorveglianza dell’area protetta allo scopo di scoraggiare il ripetersi di deprecabili episodi di bracconaggio.
È importante effettuare una piantagione di siepi e di gruppi di cespugli con salici ed essenze a frutto edule in corrispondenza dalle fasce di rispetto del viadotto in costruzione e lungo la pista ciclabile. Tali siepi potrebbero favorire le specie avifaunistiche migratrici attraverso la messa a disposizione di una preziosa fonte di cibo, fungere da schermo nei confronti dei trattamenti con fitofarmaci in corrispondenza dei meleti e limitare la diffusione delle polveri e dei rumori, in corrispondenza delle aree artigianali/industriali. Naturalmente è opportuno che le siepi non costituiscano due invalicabili “muri verdi”, ma piuttosto che siano qua e là interrotte.
È importante effettuare gli sfalci nelle aree condotte a prato, che però non dovrebbero essere effettuati prima della seconda metà di luglio allo scopo di limitare il più possibile l’influenza negativa nei confronti delle nidificazioni di uccelli sul suolo.
Sarebbe assai opportuno che le operazioni di taglio nei boschi ripari seguissero quantomeno una modalità “a scacchiera”, così da avere alternativamente una qualche copertura arborea su almeno una delle due rive del corso d’acqua. Il taglio di queste fasce arborate dovrebbe aver luogo solamente quando nei tratti tagliati gli alberi si trovano già in una buona fase di crescita. In fase di esecuzione dei tagli sarebbe inoltre conveniente risparmiare qualche albero qua e là, così da permettere allo stesso di svilupparsi e invecchiare, fornendo preziosi siti di nidificazione per molte specie di uccelli. Per sopperire alla mancanza di legno morto sarebbe opportuno depositare in settori del biotopo al di fuori della fascia di possibile esondazione dei fiumi dei cumuli di legname da lasciar marcire. Si otterrebbe in questa maniera il risultato di incrementare la biodiversità dell’area fornendo sia all’avifauna che alla teriofauna che frequenta queste tipologie ambientali delle “oasi” preziose quali aree di nidificazione e rifugio.
Sono da prevedere interventi di pulizia delle aree inondabili del biotopo con cadenza semestrale, posteriormente alle piogge equinoziali.
Completamento degli interventi di compensazione proposti per riequilibrare l’incidenza dovuta alla realizzazione del viadotto all'interno dell'area protetta che consistono nell'ampliamento all’interno del SIC dell’Habitat 91E0 per una superficie di 5 ettari (l’area che sarà interessata dall’intervento di compensazione è attualmente occupata da medicai, prati falciati semiruderali e da praticelli xerici su cigli di erosione), nella realizzazione di piccoli invasi per gli anfibi nella zona al di sotto del viadotto e nelle fasce laterali da lasciare libere dalla vegetazione, destinate ad ospitare principalmente la popolazione di ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) durante la fase di riproduzione, nella realizzazione di una nuova zona umida a fregio dell’Adige nella golena situata a nord, all’interno del SIC Foci dell’Avisio con realizzazione di habitat specifici per la ittiofauna.
È importante limitare l'ulteriore diffusione delle specie alloctone erbacee (tramite ripetuti tagli mirati con mezzi leggeri da effettuarsi periodo estivo e comunque prima della fruttificazione delle singole specie invasive) e la copertura eccessiva delle entità legnose invasive soprattutto della robinia e dell'ailanto.