Evitare ulteriori manomissioni del regime idrico naturale (arginature, bonifiche, canalizzazioni, captazioni per l’innevamento artificiale). |
Porre una attenzione particolare ai “disgaggi” delle pareti rocciose, alla posa in opera di reti paramassi e alla manutenzione ordinaria delle strade. Tali attività possono compromettere irreversibilmente specie notevoli come Quercus crenata e Erica arborea. |
Regolamentare lo sfalcio e il pascolamento affinchè siano equilibrati per la tipologia di habitat e di tipo tradizionale. |
Incentivare gli sfalci il cui numero non sia superiore a due tagli l'anno (con esportazione della biomassa). |
Contenere le formazioni forestali in avanzata verso gli ambienti prativi o le situazioni arido-rupestri. |
Limitare la diffusione della robinia, recuperando le formazioni forestali originarie. |
Valorizzare i tratti migliori di castagneto (in particolare nelle rare situazioni in cui si presenta da frutto). |
Garantire la tutela dei siti attivi e porre un’attenzione generalizzata agli ambienti potenzialmente idonei alla nidificazione. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |