Evitare gli interventi, bonifica e drenaggio. |
Evitare gli inquinamenti derivanti da concimazioni artificiali. |
Regolamentare lo sfalcio e il pascolamento affinchè siano equilibrati per la tipologia di habitat e di tipo tradizionale. |
Ridurre le concimazioni e l’accumulo di letame. |
Incentivare gli sfalci (con esportazione della biomassa) il cui numero non sia superiore ad un taglio l'anno seguito eventualmente da un turno di pascolo. |
Contenere le invasioni legnose nelle aree palustri tramite sfalcio, decespugliamento e taglio resinose (nel periodo autunnale) con asportazione della biomassa. |
Limitare l’uso di pesticidi, facendo eventualmente utilizzare pesticidi selettivi e a bassa tossicità acuta e cronica. |
Eseguire lo sfalcio tardivo dei prati incentivando le operazioni a bassa velocità partendo dal centro degli appezzamenti e proseguendo con direzione centrifuga; prevedendo inoltre dei sistemi di allontanamento dei selvatici ad esempio tramite l’applicazione delle cosiddette “barre d’involo”. |
Prevedere nelle situazioni di semi-abbandono, particolarmente in presenza di vegetazione nitro- igrofila, sfalci saltuari tardivi con cadenza pluriennale. |
Incentivare quelle pratiche che evitino l’infeltrimento della cotica e la successiva sostituzione con formazioni arbustive. |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |
Mantenere e/o ripristinare le zone umide, le paludi, le torbiere i boschi igrofili. |