I boschi igrofili, dove maggiore è la rilevanza ambientale e naturalistica e dove più spiccati sono i caratteri di naturalità del soprassuolo, dovranno essere lasciati ad evoluzione naturale. |
L'accesso alle sponde del lago e, in particolare, ai canneti dev'essere limitata alle sole necessità di servizio. Va quindi impedito l'accesso alle zone maggiormente delicate del biotopo da parte dei fruitori delle strutture ricreative e dei pescatori (divieto di pesca). Quest'esigenza suggerisce la creazione di barriere che impediscano o, quanto meno, disincentivino il transito nel cuore del biotopo. Queste barriere potrebbero essere rappresentate da fitte siepi di specie botaniche locali, ovvero semplici steccati che evidenzino, anche attraverso appositi cartelli, la funzione di tutela dell'area individuata come biotopo di interesse provinciale. Per contro, il possibile carico turistico potrebbe essere invogliato a seguire un percorso alternativo rispetto a quello che attualmente si dipana lungo la riva. Si suggerisce pertanto di tracciare un nuovo percorso pedonale più esterno e di fornirlo di opportuna segnaletica. |
Controllare l'efficienza della serie di boe tra loro catenate e ancorate al fondo in prossimità del confine dell'area protetta. Verificare che su alcune boe sia collocato un cartello che dia informazioni circa il significato dell'ostacolo ed inviti al rispetto delle risorse interne al biotopo. Dei divieti di accesso al biotopo per via d'acqua e delle relative motivazioni, in ogni caso, dovrà essere informato, nei modi più opportuni, chiunque disponga di natanti sul lago o acceda al noleggio di questi. |
Le aree boscate di versante dovrebbero essere soggette a quelle prescrizioni gestionali che le possano indirizzare verso un'armoniosa evoluzione in sintonia con la natura dei luoghi. L'assetto verso cui il bosco dovrebbe tendere è quello del querco-carpineto mesofilo, all'interno del quale dovrebbero trovare adeguata collocazione le latifoglie nobili. In sostanza gli interventi dovranno essere finalizzati a conservare la variabilità compositiva e strutturale dell'ambiente forestale, perseguendo contemporaneamente la rinaturalizzazione delle aree caratterizzate dall'eccessiva presenza di resinose e/o dalla forte presenza di robinia. Dovrà comunque essere posta notevole attenzione a non creare discontinuità nella copertura in modo da contenere il più possibile l'ulteriore invasione di quest'ultima. Si dovrà inoltre contenere la degradazione della vegetazione (alta copertura di rovi nel sottobosco) determinata dall'irrazionale utilizzo dei popolamenti forestali esistenti, allungando viceversa il turno in modo da consentire un aumento della massa unitaria con un incremento dei valori medi di diametro e volume. |
È necessario provvedere con regolarità ad una continua pulizia dell’area protetta, sia dal lato verso terra che da quello verso il lago (una operazione quantomeno annuale di ripulitura, da attuarsi preferibilmente nel periodo autunnale/invernale quando l’intralcio causato dalla vegetazione è ridotto, il canneto più accessibile e il disturbo all’avifauna acquatica ridotto). |
Si suggerisce un puntuale intervento di sfalcio (con asportazione della biomassa) della cannuccia di palude nell'area del molinieto e dei cariceti, da eseguire manualmente nel periodo autunnale-invernale. Da valutare la possibilità di tagliare alcuni ontani nelle situazioni di molinieto ancora recuperabili. |