Evitare il ricorso a concimazioni e usi intensivi. |
Limitare l’avanzata degli arbusti soprattutto nelle stazioni con specie notevoli (es: Stipa capillata). |
Incentivare gli sfalci il cui numero (con esportazione della biomassa) non sia superiorie ad un taglio l'anno seguito eventualmente da un turno di pascolo. |
Mantenere il pascolo estensivo. |
Ridurre progressivamente le specie alloctone (pino nero) o sostitutive (larice e picea). |
Limitare ogni forma di disturbo nei pressi di nidi occupati (ad es. riprese fotografiche e osservazione diretta non a scopo scientifico). |
Garantire la tutela integrale dei luoghi dove sono noti siti di nidificazione, evitando la costruzione nelle immediate vicinanze (alcune centinaia di metri) di sentieri, palestre di roccia, strade forestali e impianti di risalita. |
Promuovere la selvicoltura naturalistica con particolare riguardo all’articolazione strutturale del bosco e al mantenimento dei formicai e della necromassa vegetale al suolo e in piedi (non meno di tre piante/ha qualora presenti), al rilascio di alberi vivi di grandi dimensioni (diametro superiore a 50 cm se presenti) e con cavità di nidificazione. |
Pianificare l’attività selvicolturale, con sospensione della stessa o regolamentazione nei pressi dei siti di riproduzione e durante il periodo riproduttivo (marzo-luglio). |
Conservare le aree aperte quali radure, pascoli e prati da sfalcio. |
Contenere la forestazione naturale degli ambienti aperti di versante. |