Regolamentare il calpestio dei turisti nelle aree più sensibili, incanalando gli escursionisti e i biker su percorsi stabiliti. |
Evitare l’intensivizzazione delle colture (ad esempio con forti o squilibrate concimazioni). |
Evitare le trasemine con specie foraggere non autoctone. |
Monitorare il pascolamento e lo sfalcio affinché siano equilibrati per la tipologia di habitat e di tipo tradizionale. |
Orientare la selvicoltura alla conservazione della tipologia di habitat in quanto tale e al mantenimento di una diversità ambientale il più possibile elevata, sia per quanto concerne la composizione specifica che la complessità strutturale. |
Evitare le aperture eccessive della compagine arborea che favorirebbero l’ingresso di altre specie. |
Orientare i tagli al perseguimento del governo ad alto fusto e alla valorizzazione degli acero-frassineti. |
Evitare la costruzione di nuove strade forestali e di nuove infrastrutture (soprattutto in corrispondenza di stazioni di crescita di specie endemiche e in lista rossa). |
Limitare l’avanzata degli arbusti soprattutto nelle stazioni di specie endemiche e di specie in lista rossa. |
Incentivare gli sfalci (con esportazione della biomassa) il cui numero non sia superiorie ad un taglio l'anno seguito eventualmente da un turno di pascolo. |
Mantenere il pascolo |
Evitare eventuali raccolte intenzionali da parte di botanici collezionisti. |
Limitare ogni forma di disturbo nei pressi di nidi occupati (ad es. riprese fotografiche e osservazione diretta non a scopo scientifico). |
Garantire la tutela integrale dei luoghi dove sono noti siti di nidificazione, evitando la costruzione nelle immediate vicinanze (alcune centinaia di metri) di sentieri, palestre di roccia, strade forestali e impianti di risalita. |
Promuovere la selvicoltura naturalistica con particolare riguardo all’articolazione strutturale del bosco e al mantenimento dei formicai e della necromassa vegetale al suolo e in piedi (non meno di tre piante/ha qualora presenti), al rilascio di alberi vivi di grandi dimensioni (diametro superiore a 50 cm se presenti) e con cavità di nidificazione. |
Conservare principalmente l’abete bianco, in quanto essenza arborea preferita dai picidi per lo scavo delle cavità di nidificazione. |
Pianificare l’attività selvicolturale, con sospensione della stessa o regolamentazione nei pressi dei siti di riproduzione e durante il periodo riproduttivo (marzo-luglio). |
Incentivare una gestione agricola semi-estensiva che garantisca una diversificazione del paesaggio agrario (mantenere la presenza di zone prative e agricole interrotte da siepi, cespugli e alberi sparsi). |
Conservare le aree aperte quali radure, pascoli e prati da sfalcio. |
Contenere la forestazione naturale degli ambienti aperti di versante. |
Mantenere e/o ripristinare le zone umide, le paludi, le torbiere i boschi igrofili. |
Aumentare la disponibilità di prede garantendo l’utilizzazione dei pascoli che tra l’altro permettono una deposizione diffusa di escrementi, che favoriscono l’instaurarsi di un’entomofauna diversificata.. |
Conservare i lembi di bosco limitrofi, le zone umide i fossati e altre tipologie ambientali al fine di garantire il massimo livello possibile di diversità ambientale. |