È da evitare qualsiasi intervento o attività che possa banalizzare ulteriormente le sponde del Fiume Adige o che possa ingenerare nuove situazioni di degrado per i vari habitat e le diverse specie legati al fiume. |
Al fine di valutare l’incidenza dei lavori di miglioramento ambientale sull’ornitocenosi, è opportuno programmare una serie di monitoraggi nel prossimo quinquennio; solo così si potranno interpretare correttamente su scala locale, le variazioni all’interno della comunità degli uccelli nidificanti nel biotopo. Sul medio-lungo periodo si dovrà evitare l'eccessiva colonizzazione da parte di alte erbe e l'interramento dei bacini realizzati. I lavori di ripristino dovrebbero essere completati con il collegamento idraulico fra lo stagno più vicino all' Adige e il fiume stesso, in modo da evitare che lo stagno ghiacci in inverno (sito per lo svernamento di anatidi). Entro due-tre anni sarà necessaria una manutenzione straordinaria degli stagni, al fine di evitare un'eccessiva invasione della vegetazione e conseguente interramento. |
Nel breve-medio periodo si rende necessario un rimodellamento in alveo delle raccolte d'acqua realizzate. Sul medio-lungo periodo si dovrà evitare l'eccessiva colonizzazione della tifa e l'interramento dei bacini realizzati. |
È da prevedere il controllo dell'espansione delle specie alloctone invasive, anche se la loro eliminazione definitiva sembra assai difficile. In questo contesto risultano importanti i periodici sfalci. |
In considerazione della limitatezza del periodo di soggiorno nel biotopo, di regola pochi giorni sia in primavera che in autunno, pare opportuno tollerare i problemi in termini di eliminazione temporanea della copertura vegetale erbacea, di inquinamento organico, di disturbo in generale che questa forma di sfruttamento economico comporta. Allo scopo di evitare situazioni di irregolarità si propone comunque di consentire il permesso di transito e pascolo delle greggi per un periodo limitato. |
Sono da prevedere interventi di pulizia delle aree inondabili del biotopo con cadenza semestrale, posteriormente alle piogge equinoziali. |
La prosecuzione del prelievo idrico ad Ischia di Isera appare compatibile con le esigenze gestionali dell’area protetta. Piuttosto sarà opportuno vigilare affinché qualche agricoltore non approfitti dell’impianto per spillarvi acqua e miscelare qui prodotti fitosanitari con il rischio concreto di determinare degli episodi di inquinamento chimico localizzato ma non per questo da sottovalutare. |
Conservare, dove possibile, gli alberi seccaginosi e stramaturi nonché la necromassa vegetale al fine di rispettare le naturali dinamiche degli ecosistemi. Attuare un controllo periodico della robinia ed eventualmente anche dei pioppi, che vengono scalzati con una certa facilità in caso di alluvione e che di conseguenza potrebbero provocare dei problemi di carattere idraulico. Favorire gli ontani e i salici, essenze la cui diffusione dovrebbe essere incrementata al fine di ricostituire dei significativi lembi di foresta fluviale. |
Al fine di ottenere il ripristino almeno parziale delle condizioni ittiche naturali si ritiene utile la bonifica del popolamento ittico dalle specie esotiche potenzialmente nocive (es: Persico sole, Rutilo, Pseudorasbora) e il ripopolamento, tramite trasferimento controllato da altri ambienti e previa verifica del ripristino delle condizioni ambientali naturali, delle specie caratteristiche del popolamento ittico originario oggi assenti o scarsamente presenti (Spinarello, Sanguinerola, Scazzone, Vairone, Triotto, Alborella, Cavedano, Pesce persico). Per quanto riguarda il rivo che scorre nella parte occidentale di Ischia di Isera invece va evitata l'immissione di pesci a tutela. |
Il canale deve essere manutentato periodicamente e in alcuni punti è necessario ripristinare le sponde dalle quali vi sono perdite. |